L’indagine alimentare si realizza raccogliendo nel colloquio con il paziente una serie di informazioni relative alle sue abitudini alimentari (colazione, pasti, spuntini etc.). Poi si analizzano i dati raccolti, permettendo di ottenere informazioni preziose: le principali riguardano la quantità di calorie giornaliere, le percentuali dei singoli componenti (proteine, grassi, carboidrati), la distribuzione delle calorie durante la giornata.
Attraverso la visita vengono valutati i dati antropometrici (peso, altezza, girovita), viene calcolato il BMI (Indice di massa corporea), che permette di distinguere tra normopeso, sovrappeso e obesità e, infine, viene stabilito il peso teorico (ottimale) del soggetto. A questo punto, vi sono tutti gli elementi per la prescrizione della dieta personalizzata.
Viene elaborato un programma alimentare completo, adatto al singolo paziente, che tiene conto del suo lavoro, dei suoi orari, della propria attività fisica (palestra, allenamento…), delle sue abitudini alimentari e dei suoi gusti. In definitiva viene insegnato al paziente come alimentarsi correttamente, evitando ovviamente gli errori che sono stati evidenziati nell’indagine alimentare.
L’elaborazione di una dieta personalizzata in questi casi assume ulteriore importanza, perché si è di fronte a problemi di salute anche seri. Oltre all’indagine alimentare e alla valutazione dello stato nutrizionale, si effettua un’attenta anamnesi del paziente, nella quale vengono annotate tutte le malattie e patologie in atto e pregresse (il diabete, l’ipertensione, il colesterolo, l’acido urico, la celiachia, l’intolleranza al lattosio etc). La dieta che viene prescritta terrà conto delle varie condizioni patologiche (iposodica nell’ipertensione, ipoglicidica nel diabete, ipolipidica nella ipercolesterolemia…) e, quando necessario, sarà anche ipocalorica (se il paziente è in sovrappeso o obeso).
È importante dare al paziente suggerimenti su cosa mangiare a colazione, a pranzo e a cena e su come abbinare e cucinare i vari piatti (primi, secondi, contorni). Il menù tiene conto ovviamente di eventuali esclusioni per patologie e va adattato alle esigenza personali, anche lavorative.
Cucina senza grassi
La parola “dieta” può essere evocativa di punizione o attentato al piacere della tavola. Così non è, e questa parte del percorso nutrizionale proposto lo dimostra. Facendo riferimento anche a piatti tipici della tradizione italiana, si insegna a cucinare senza grassi, cioè evitare l’utilizzo di grassi di origine animale nella preparazione del piatto: per tutto il resto, modalità di preparazione della ricetta ed ingredienti rimangono per lo più invariati.
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